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Vaccini Covid ISS prende la distanza da analisi di propri ricercatori. Scontro tra opinioni e dati

La polemica sulla review sugli effetti avversi dei vaccini COVID-19 ha coinvolto l'Istituto Superiore di Sanità (ISS).



La review, pubblicata sulla rivista Pathogen, è stata redatta da tre ricercatori dell'ISS e sostiene che potrebbe essere "il momento giusto per rivedere il rapporto rischio/beneficio" dei vaccini COVID-19. Tuttavia, l'ISS ha preso le distanze dall'articolo, affermando che rappresenta solo "una rassegna parziale e arbitraria della letteratura" e che "l'interpretazione dei dati presi in esame è del tutto personale".



L'ISS ha anche sottolineato che l'articolo non segue la procedura di valutazione scientifica richiesta dalle linee guida sull'integrità della ricerca dell'ISS.La review sostiene che, sebbene i vaccini COVID-19 siano efficaci contro il virus originale e le prime varianti, diversi studi hanno documentato un rapido calo dell'efficacia dei vaccini dopo la diffusione delle diverse varianti di Omicron.



Gli autori affermano che, dal momento che l'efficacia a lungo termine dei vaccini COVID-19 non è ancora chiara, potrebbe essere il momento giusto per rivedere il rapporto rischio/beneficio dei vaccini.


Tuttavia, l'ISS ha respinto questa affermazione e ha sottolineato che gli autori della review hanno citato studi che arrivano a conclusioni opposte rispetto a quelle di chi li ha condotti.


In generale, la questione sollevata dalla review mette in evidenza l'importanza di continuare a valutare gli effetti a lungo termine dei vaccini COVID-19 e di mantenere un dialogo aperto su questo argomento.



Ad esempio - ribadiscono i ricercatori - se si verificano più decessi nelle persone vaccinate, bisogna tenere conto che, tra queste persone, ci sono molti pazienti a rischio e anziani. Un'analisi dovrebbe essere condotta con consapevolezza di questo pregiudizio e dovrebbe dividere i casi in diverse classi di età stimando la percentuale di persone a rischio nella popolazione più colpita”.


Ma per questo ricercatori, a rischio non sono solo gli anziani: “Anche i pazienti pediatrici e i giovani” con particolari condizioni croniche “possono essere a rischio di sviluppo di miocardite, poiché i casi di miocardite non sono rari nei giovani”.



Tuttavia, è anche importante seguire le procedure di valutazione scientifica richieste per garantire la qualità della ricerca pubblicata e evitare di diffondere informazioni incomplete o contraddittorie.


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