I mutui a tasso fisso e a tasso variabile sono due tipi di mutui che differiscono per il modo in cui viene determinato il tasso d'interesse che il mutuatario dovrà pagare. I mutui a tasso fisso prevedono che il tasso d'interesse rimanga costante per tutta la durata del mutuo, mentre i mutui a tasso variabile prevedono che il tasso d'interesse possa variare in base a determinati fattori, come ad esempio l'andamento del mercato finanziario.
Un altro aspetto da considerare quando si parla di mutui è la differenza fra i tassi Euribor e IRS. L'Euribor (Euro Interbank Offered Rate) è un tasso d'interesse che viene calcolato sulla base dei tassi di interesse praticati dalle principali banche europee per i prestiti a breve termine. L'IRS (Interest Rate Swap), invece, è uno strumento finanziario utilizzato per proteggersi dalle variazioni dei tassi di interesse a lungo termine.
Come vengono utilizzati questi tassi per calcolare i mutui? In generale, i mutui a tasso fisso prevedono che il tasso d'interesse sia determinato in base all'Euribor. Questo significa che, se il tasso Euribor aumenta, anche il tasso d'interesse sul mutuo a tasso fisso aumenterà, facendo aumentare le rate che il mutuatario dovrà pagare.
I mutui a tasso variabile, invece, prevedono che il tasso d'interesse sia determinato in base all'IRS. In questo caso, se il tasso IRS aumenta, anche il tasso d'interesse sul mutuo a tasso variabile aumenterà, facendo aumentare le rate che il mutuatario dovrà pagare. Tuttavia, se il tasso IRS diminuisce, anche il tasso d'interesse sul mutuo a tasso variabile diminuirà, facendo diminuire le rate che il mutuatario dovrà pagare.
Quindi, la scelta fra un mutuo a tasso fisso e un mutuo a tasso variabile dipende dalle preferenze del mutuatario.
Se si preferisce avere un tasso d'interesse stabile e prevedibile per tutta la durata del mutuo, allora il mutuo a tasso fisso può essere la scelta migliore.
Se, invece, si è disposti ad accettare una certa incertezza sul tasso d'interesse in cambio di potenziali vantaggi a lungo termine, allora il mutuo a tasso variabile può essere una scelta più adeguata.
Quello che sta succedendo nell'ultimo periodo è molto diverso dal solito. Infatti, mentre l'Euribor continua a salire, i tassi IRS scendono da quasi un paio di mesi dopo essere culminati intorno alla metà di ottobre.
All’inizio di quest’anno, l’Euribor a 3 mesi era al -0,57%. Questa settimana, ha toccato il 2%. Capite benissimo che si tratti di un rialzo impressionante per un periodo così breve. In effetti, bisogna tornare al 2009 per trovare un livello così alto. Per contro, l’IRS a 10 anni è passato dal 3,37% a cui era arrivato a ottobre al 2,56%. L’IRS a 20 anni nello stesso arco di tempo è sceso dal 3,20% al 2,34%. E l’IRS a 25 anni dal 2,94% al 2,12%.
L’Euribor è un tasso a breve termine che risente delle condizioni monetarie. Se la BCE alza i tassi, non può che aumentare. L’IRS è un tasso a lungo termine e dipende essenzialmente dalle aspettative d’inflazione. Quest’anno, esse si sono “surriscaldate” per via dell’indice dei prezzi al consumo in netta risalita dopo anni di forte stabilità. Ciò ha spinto all’insù anche l’IRS.
Tuttavia, ora che la BCE sta agendo seriamente per tendere al più presto alla stabilità dei prezzi, le aspettative d’inflazione per il medio-lungo termine stanno rimanendo ancorate al target del 2%. E ciò porta l’IRS a ripiegare. Il trend si spiegherebbe anche con la previsione di un’economia meno vivace nell’Area Euro, proprio a seguito del rialzo dei tassi da un lato e dell’impatto della crisi energetica dall’altro.
Le conseguenze per il mercato del credito non appaiono neutrali. Un Euribor ancora all’insù e un IRS giù spingono le famiglie ad optare in misura crescente per i mutui a tasso fisso.
Monitorando i futures sull’Euribor a 3 mesi, scopriamo che il mercato prevede che i tassi BCE saliranno fino al 3% entro la metà dell’anno prossimo.
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