Il recente decreto di proroga delle concessioni balneari a fine 2024 promulgato dal governo italiano, che mira a prolungare ulteriormente le attuali concessioni balneari in Italia, ha sollevato la preoccupazione della Commissione europea per quanto riguarda la violazione del diritto UE e la mancata promozione della modernizzazione del settore.
In particolare, il diritto dell'Unione europea sui servizi richiede che le norme nazionali assicurino la parità di trattamento degli operatori, senza alcun vantaggio diretto o indiretto per alcuno specifico operatore, promuovano l'innovazione e la concorrenza leale, prevedano un'equa remunerazione degli investimenti effettuati e tutelino dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche a vantaggio dei consumatori e delle imprese.
La Commissione europea ha sottolineato che la legislazione italiana che prorogava le concessioni fino al 2033 e vietava alle autorità locali di avviare delle gare pubbliche sulle concessioni in scadenza, violava il diritto UE, creando incertezza giuridica nel settore dei servizi turistici e scoraggiando investimenti in un settore cruciale per l'economia del Paese, causando oltretutto una "significativa perdita di introiti" per lo Stato italiano.
Per questo motivo, la Commissione UE ha deciso di valutare attentamente il contenuto e gli effetti del provvedimento di proroga del governo Meloni e di adottare una risposta adeguata.
La necessità di garantire "trasparenza e concorrenza leale" nel settore delle concessioni balneari è stata ribadita dal portavoce dell'esecutivo UE, che ha affermato che la trasparenza e la concorrenza leale darebbero certezza del diritto e stimolerebbero gli investimenti e l'innovazione sia per i concessionari esistenti che per i nuovi operatori nel settore chiave del turismo balneare.
La modernizzazione del settore turistico balneare in Italia è un tema importante per il governo Meloni e le sue politiche economiche. Tuttavia, la proroga delle concessioni balneari ha sollevato alcune preoccupazioni tra gli operatori del settore, che temono una perdita di concorrenza e un rallentamento delle innovazioni.
In questo articolo, analizziamo le implicazioni del decreto di proroga delle concessioni balneari, la sua compatibilità con il diritto UE e le possibili conseguenze per il settore turistico balneare italiano.
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