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I dolori del giovane Elkann ed i Lanzichenecchi 2.0: la maleducazione italiana diventa mainstream


La società italiana sembra ormai aver accettato, quasi con rassegnazione, alcuni comportamenti maleducati e di cattivo gusto come parte integrante del nostro tempo. L'ultimo esempio è l'articolo di Alain Elkann, (fratello di John, che nella vita letteraria, ha fatto da “spalla” ad Alberto Moravia e poi in tv a Indro Montanelli e poi Sottosegretario al Ministero della Cultura sotto Vittorio Sgarbi....) che ha scatenato un vespaio di polemiche per aver definito "lanzichenecchi" alcuni giovani rumorosi incontrati sul treno verso Foggia.


Il filosofo e scrittore, in viaggio di relax verso il sud Italia, racconta di essere stato infastidito dal chiasso di un gruppo di ragazzi. Niente di strano, se non fosse per i toni classisti e sprezzanti usati nel pezzo, che hanno scatenato l'ironia dei social network.



Ma al di là delle battute, questa vicenda ci dice molto su come stiamo cambiando come società. I giovani di oggi crescono in un mondo iperconnesso e sovrastimolante, dove l'attenzione e la notorietà sui social sembrano essere valori supremi. Questo porta molti a ricercare visibilità anche con comportamenti maleducati, nella convinzione che "farsi notare" sia l'unica strada per il successo.



I media e le istituzioni sembrano ormai aver accettato questa deriva. La stampa riporta spesso notizie di "bravate" e "schiamazzi" quasi con tono benevolo, come se facessero parte del colore locale. E la politica sembra impotente di fronte a questi fenomeni.


Il risultato è che la maleducazione e il cattivo gusto diventano sempre più mainstream e accettati, fino a generare episodi come quello raccontato da Elkann. I "lanzichenecchi 2.0", come sono stati ribattezzati ironicamente i ragazzi rumorosi del treno, sembrano ormai essere una presenza familiare e quasi inevitabile nella nostra società.


Ma è davvero così che vogliamo far crescere le nuove generazioni? Accettando acriticamente comportamenti maleducati, anziché riaffermare con fermezza i valori del rispetto e dell'educazione, rischiamo di alimentare un circolo vizioso di deresponsabilizzazione.



Forse è arrivato il momento di reagire, a partire da noi stessi. Le istituzioni dovrebbero sanzionare con più decisione certi comportamenti, la stampa dovrebbe evitare di enfatizzarli, le famiglie riaffermare con fermezza i valori educativi. Ma soprattutto dovremmo recuperare il dialogo con i giovani, spiegando loro con fermezza ma anche comprensione che la vera notorietà si costruisce con talento e rispetto, non con bravate e maleducazione.


Solo così potremo sperare di arginare la deriva in atto. Altrimenti, come ha ironicamente sintetizzato uno dei numerosi meme che in questi giorni di Luglio impazzano sui social dopo l'articolo di Elkann, rischieremo tutti di essere arrestati per "disturbo della lettura di Proust e mancato riconoscimento di VIP". Un esito che forse non renderebbe onore alla nostra società.



E voi, cosa ne pensate? Siete con i giovani rumorosi e sporcaccioni dei treni, delle scuole, delle strade delle nostre città, del treno da Milano per Foggia oppure con il gentile classismo del filosofo ricco e forse anche un po' con la puzza sotto il naso?


Premetto che ogni forma di maleducazione e mancanza di rispetto vanno sempre condannate. Tuttavia, ritengo che l'articolo di Alain Elkann abbia probabilmente assunto dei toni eccessivi e classisti, che hanno finito per alimentare una controproducente gogna mediatica.

Proviamo ad analizzare la questione con un approccio più costruttivo:

I giovani di oggi vivono in un'epoca complessa, in cui i tradizionali valori di educazione e rispetto sembrano essere messi in discussione. Ciò non toglie che la stragrande maggioranza dei ragazzi sia composta da persone perbene, educate e rispettose.



Alcuni fattori possono influenzare comportamenti maleducati: la ricerca spasmodica di attenzione sui social network, modelli sbagliati proposti dai media, famiglie assenti o sovrastimolanti.

Invece di puntare il dito contro i "giovani di oggi", dovremmo riflettere su come recuperare un dialogo costruttivo con le nuove generazioni, riaffermando con fermezza ma anche comprensione i valori di educazione e rispetto.

Le istituzioni, la scuola, le famiglie e i media hanno un ruolo fondamentale in questo processo, proponendo modelli positivi e sanzionando comportamenti scorretti ma al tempo stesso spiegandone le ragioni.

In definitiva, piuttosto che alimentare una sterile "guerra tra generazioni", dovremmo cercare di comprendere le ragioni di alcuni comportamenti e riaffermare con fermezza ma anche saggezza i valori su cui si basa una società civile e rispettosa. E soprattutto dovremmo imparare anche a dire che quando una persona gentile come Elkann viaggia in treno leggendo, bisognerebbe sempre, tutti, imparare a rispettare i suoi spazi, i suoi silenzi senza parlare ad alta voce, schiamazzargli intorno, dondolare dalle liane reali o immaginarie spostandosi da una fila all'altro di treni, classi di scuola o lidi balneari.

La ragione sta sempre nel mezzo ma il rispetto per gli altri dovrebbe venire sempre prima di tutto.



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